Per spiegare l'origine e lo sviluppo del linguaggio, sono state proposte molte teorie. Gli elementi intorno a cui verte la discussione riguardano il ruolo dell'ambiente e delle componenti innate, nonchè l'interlocutore a cui si rivolge il bambino, ossia se stesso o gli altri.
Burrhus Skinner sostiene che il linguaggio, viene appreso mediante il condizionamento operante, ossia stimoli, reazioni e rinforzi che mantengono attivo un certo comportamento. L'apprendimento del linguaggio è quindi legato alla socializzazione.
Noam Chomsky sottolinea che bisogna ipotizzare che il bambino abbia in sè la capacità innata di comprendere la lingua madre e di riprodurla in modo corretto. Ciò costituisce una sorta di sistema incorporto, l'apparato di acquisizione del linguaggio, si tratta di un insieme di capacità che permettono al bambino di apprendere qualsiasi lingua.
Secondo Jean Piaget il bambino impara a parlare nella fase del cosiddetto egocentrismo infantile, durante la quale è centrato su se stesso e non sa ancora interagire con gli altri. Il bambino non parla agli altrio bambini, ma a se stesso, per organizzare il proprio pensiero e le proprie azioni.
Secondo Lev Vygotskij, il percorso è esattamente opposto: dapprima sorge il linguaggio comunicativo, come funzione interpsichica che mette in relazione le persone; sucessivamente, si sviluppa il linguaggio interiore o egocentrico come funzione intrapsichica, che permette di regolare dall'interno i processi cognitivi e il proprio comportamento.
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