venerdì 28 aprile 2017

BAMBINI CRESCIUTI DA ANIMALI

Gli Enfant Sauvage o Feral Child , sono i ragazzi o bambini “selvaggi”, dove con questo termine si intendono quei neonati, bambini e ragazzi che sono stati abbandonati nella giungla o in altre situazioni di natura estrema e che sono cresciuti senza alcun contatto con l’essere umano, ma adottati da animali.
Questo mondo nascosto si snoda all’ombra di zone poco conosciute e selvagge dove troppo spesso l’essere umano e gli animali sono al centro di un conflitto che vede l’uomo come unico vincitore e racchiude un tesoro silenzioso e prezioso: il segreto dell’accudimento e della cura, la forza vitale ed il riconoscimento del cucciolo, di qualsiasi specie esso sia.
STORIE DI BAMBINI:
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Nel 1845 una bambina fu vista correre a quattro zampe con un branco di lupi che attaccavano un gregge di capre. Un anno dopo è stata vista con dei lupi mentre mangiava insieme a loro una capra. Fu catturata, ma riuscì a fuggire. Nel 1852, fu avvistata ancora una volta mentre accudiva due cuccioli di lupo, ma fuggì nel bosco. Non fu più vista.
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Oxana è stata trovata viva insieme a dei cani in un recinto nel 1991. Aveva otto anni e aveva vissuto con i cani per sei anni. I suoi genitori erano alcolizzati e una notte l’avevano lasciata fuori. In cerca di calore, la bambina di tre anni raggiunse il canile della fattoria e si rannicchiò con i cani meticci, un atto che probabilmente le salvò la vita. Quando fu trovata, si comportava più come un cane che come una bambina. Correva a quattro zampe, ansimava con la lingua di fuori, mostrava i denti e abbaiava. A causa della mancanza di interazione umana, conosceva solo le parole “” e “no”.
La terapia intensiva ha aiutato Oxana ad imparare le nozioni sociali e verbali di base, ma solo con la capacità di una bambina di cinque anni. Ora ha 30 anni, vive in una clinica a Odessa e lavora con gli animali della fattoria dell’ospedale sotto la supervisione dei suoi assistenti.

martedì 25 aprile 2017

LE TEORIE SULLA NASCITA DEL LINGUAGGIO

Per spiegare l'origine e lo sviluppo del linguaggio, sono state proposte molte teorie. Gli elementi intorno a cui verte la discussione riguardano il ruolo dell'ambiente e delle componenti innate, nonchè l'interlocutore a cui si rivolge il bambino, ossia se stesso o gli altri.
Burrhus Skinner sostiene che il linguaggio, viene appreso mediante il condizionamento operante, ossia stimoli, reazioni e rinforzi che mantengono attivo un certo comportamento. L'apprendimento del linguaggio è quindi legato alla socializzazione.
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Noam Chomsky sottolinea che bisogna ipotizzare che il bambino abbia in sè la capacità innata di comprendere la lingua madre e di riprodurla in modo corretto. Ciò costituisce una sorta di sistema incorporto, l'apparato di acquisizione del linguaggio, si tratta di un insieme di capacità che permettono al bambino di apprendere qualsiasi lingua.
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 Secondo Jean Piaget il bambino impara a parlare nella fase del cosiddetto egocentrismo infantile, durante la quale è centrato su se stesso e non sa ancora interagire con gli altri. Il bambino non parla agli altrio bambini, ma a se stesso, per organizzare il proprio pensiero e le proprie azioni.
Risultati immagini per egocentrismo infantile                                                                                                                                                                        Secondo Lev Vygotskij, il percorso è esattamente opposto: dapprima sorge il linguaggio comunicativo, come funzione interpsichica che mette in relazione le persone; sucessivamente, si sviluppa il linguaggio interiore  o egocentrico come funzione intrapsichica, che permette di regolare dall'interno i processi cognitivi e il proprio comportamento.

L'APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO

Proprio perchè il linguaggio è una facoltà molto complessa, il bambino impara a parlare molto lentamente.
Occorremolto tempo, perchè il bambino arrivi a modulare correttamente i suonie a selezionare quelli della lingua del paese in cui vive. Le fasi di sviluppo di un bambino:
-Alla nasciata un bambino pronuncia due suoni, suoni vegetativi, come singhiozzi e starnuti e suoni vacalici, come gemiti o gridi
-Verso i 2 mesi il bambino comincia a emettere il verso del tubare, che consiste in suoni simili alle consonanti
-Intorno ai 5/6 mesi ha inizio la lallazione, cioè la ripetizione variata di più sillabe
-Alle prime parole il bambino giunge tra i 12 e i 18 mesi, è la fase del linguaggio olofrastico, costituito da singole parole
-Tra i 18 e i 24 mesi il bambino arriva alle frasi binarie costituite da due parole
-TRA i 24 e i 30, il bambino pronuncia frasi di tre parole, chiamate frasi telegrafiche, perchè sono brevi
-Tra i 2 e i 6 anni vengono compiuti grandi progressi. L'apprendimento delle regole è dimostrato anche dall'uso improprio della grammatica, chiamato ipercorrettismo
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IL LINGUAGGIO VERBALE

Il linguaggio verbale, è infinitamente il linguaggio il più complesso dei linguaggi sonori, visivi e chimici degli animali. Il linguaggio umano è appreso (non è innato come in certe specie animali) ed è in continua evoluzione ( cambia nell'arco degli anni). Il nostro linguaggio si può riferire a casi astratti e questo è reso possibile dalla capacità di astrazione, in base alla quale gli uomini fanno uso di simboli e concetti.
I suoni elementari sono;
-I fonemi, cioè le singole vocali e consonanti
-I morfemi, cioè i primi raggruppamenti di fonemi
Le parole sono raggruppamenti di più fonemi e le frasi, riuniscono più parole in unità superiori dotate di un significato.
La sequenza sonora delle parole rappresenta la struttura superficiale, mentre il significato è la struttura profonda. Il collegamento fra le due strutture, è reso possibile dall'applicazione delle cosiddette regole di trasformazione, ossia dall'uso della grammatica.
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LA STRUTTURA DELLA COMUNICAZIONE

Gli esseri umani possono comunicare in tanti modi:
-Suoni (il suono di un fischietto, per indicare che la partita sta iniziando)
-Gesti, espressioni, immagini, colori (il rosso del semaforo)
-Odori ( un certo tipo di profumo)
A tutti questi segni viene attribuito un significato. Per comprendere quali sono gli elementi coinvolti nella comunicazione, possiamo adottare il modello elaborato da Roman Jakobson, che riguarda in particolare la comunicazione verbale.
Secondo questo modello, il mittente, ovvero colui che invia le informazioni, trasmette un messaggio a un destinatario o ricevente, utilizzando un codice che deve essere condiviso da entrambi le parti. Il mittente codifica il messaggio, ossia organizza le informazioni secondo le regole del codice che ha scelto. Il ricevente lo decodifica, ossia lo interpreta sulla base del medesimo codice.
Il mittente e il destinatario sfruttano un canale, cioè un mezzo fisico che trasporta le informazioni. Il messaggio riguarda sempre un determinato oggetto, cioè il referente, e viene rivolto all'interno di una certa situazione comunicativa, chiamata contesto.

CHE COSA è LA COMUNICAZIONE E PERCHè SI COMUNICA

La comunicazione è uno scambio di messaggi. Gli organismi viventi comunicano tra di loro con mezzi differenti tra di loro. Comunicare, infatti, è un'attività fondamentale che garantisce l'adattamento all'ambiente
Nella specie umana la comunicazione è particolarmente complessa, perché deve trasmettere informazioni molto articolate e complicate. 
Per gli esseri umani, che vivono in costante relazione gli uni con gli altri, comunicare è un'esigenza quotidiana e benché comunicare all'apparenza sembra un'azione molto facile, in realtà richiede competenze che si sono sviluppate nel corso della vita di ciascuno.
 
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domenica 23 aprile 2017

LE PATOLOGIE DELLA MEMORIA

La dimenticanza è talvolta provocata da cause patologiche, da malattie della memoria, raggruppate sotto il nome di amnesia, che comporta una diminuzione più o meno grave della capacità di ricordare. Le cause dell'amnesia possono essere organiche, psicologiche o determinate dall'avanzare dell'età.
-Amnesie organiche: possono essere dovute a traumi che danneggiano un'area del cervello. Causano nel rievocare eventi o rendono difficile la fissazione di eventi succesivi al trauma.
-Amnesie psicogene: secondo il padre della psicoanalisi, l'amnesia infantile nasconde gli episodi della sessualià infantile, ma esistono anche forme di amnesia successive, come l'amnesia isterica, cioe uno stimolo nevrotico che induce il soggetto a dimeticare cio che non vuole ricordare.
-Amnesie senili: legate all'invecchiamento.
Una malattia che determina un deficit della memoria è il morbo di Alzheimer, che si diffonde sempre di più con il progressivo innalzarsi dell'età media.

LA MEMORIA ABREVE E A LUNGO TERMINE

Nella memoria a breve tempo (MBT) vengono processati i dati raccolti in un tempo inferiore ai 30 secondi. Possiamo distinguere due tipi di memoria a breve tempo:
-La memoria fonologica, che può ottenere mediamente sette elementi.
-La memoria visuospaziale, che riguarda la forma degli oggetti e la loro posizione nello spazio.
Nella memoria a lungo termine (MLT) l'informazione diventa una vera e propria traccia mnestica o ricordo, che può essere trattenuta per alcuni minuti o per decine di anni. La memoria a lungo termine si divide in due categorie, la memoria esplicita e la memoria implicita.
Nella memoria esplicita o consapevole o dichiarativa riguarda tutto ciò che il soggetto può descrivere consapevolmente. Si divide in:
-Memoria episodica o autobiografica, cioè il ricordo di eventi trascorsi della propria vita.
-Memoria semantica, ossia le conoscenze apprese.
-Memoria emozionale, che è il ricordo di emozioni, piacevoli o spiacevoli, legate a particolari eventi.
La memoria implicita o procedurale, immagazzina le conoscenze, le sequenze di movimenti che utilizziamo più spesso.

LA MEMORIA SENSORIALE

La prima e più immediata forma di memoria è la memoria sensoriale, ossia la registrazione di quanto è percepito dai nostri sensi.
Esistono tanti tipi di memoria quanti sono i canali sensoriali, ciascuno con le proprie particolarità. I più studiati sono:
-La memoria visiva o iconica, che ha una durata di circa 0,25 secondi: se osserviamo un oggetto e poi chiudiamo le palpebre esso ci rimarrà impresso ancora per o,25 secondi.
-La memoria uditiva e ecoica, la cui traccia sonora dura circa 2 secondi e decade se l'attenzione viene meno.
La memoria sensoriale, così breve, è considerata solo il confine tra percezione e memoria.
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IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE DI SKINNER

I casi analizzati da Pavlov e Watson sono semplici riflessi e comportamenti rispondenti, ovvero risposte passive, con le quali non si apprendono nuove capacità.
Skinner si è occupato sopratutto dei comportamenti operanti, con esperimenti basati su ratti e piccioni, a cui i risultati ha esteso su esseri umani. Egli ha elaborato la Skinner box. All'interno di una gabbietta un piccione o un ratto, abbassando casualmente una levetta ottengono il cibo. L'animale sarà così condizionato a premere di nuovo la leva per poter mangiare: ma, in questo caso, l'operazione non sarà più casuale, bensì consapevole. Immagine correlata
Questa forma di apprendimento è chiamato apprendimento per rinforzo ed è basata su premi e punizioni.
La caduta del cibo rappresenta l'evento rinforzante; l'abbassamento intenzionale della levetta è chiamato operante rinforzato. Questo processo di condizionamento viene chiamato operante o strumentale per poter essere distinto dal condizionamento classico, quello studiato da Pavlov e Watson.
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IL COMPORTAMENTISMO DI WATSON

I risultati ottenuti da Pavlov sono stati applicati a John Watson. Dai suoi studi è nato il comportamentismo, una corrente di pensiero secondo la quale il comportamento è il frutto di un condizionamento dell'ambiente: noi impariamo ad associare una certa risposta a uno stimolo ricevuto (S/R)
Watson ha compiuto esperimenti di condizionamento, anche su bambini, ed è rimasto nella storia l'esperimento del 1920 su suo figlio Albert.
-Mentre Albert (di solo un anno di età) giocava con un topolino bianco, Watson e la moglie Rosalie provocano un forte rumore.
-Albert, spaventato dal rumore grida.
-Successivamente Albert grida alla sola vista del topolino bianco.
-In seguito Albert generalizza la risposta e si spaventa in presenza di altri animali dal pelo bianco.
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Sulla base di esperimenti come questo l'apprendimento è considerato un processo automatico. Questa posizione è definita ambientalista, perché la situazione dell'essere vivente dipende dalla natura che lo circonda.
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I RIFLESSI CONDIZIONATI DI PAVLOV

Allo studio dei riflessi condizionati, ha impulso il fisiologo ed etologo Ivan Pavlov, che è rimasto famoso il suo esperimento sui cani.
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-Successivamente fornisce al cane una porzione di carne e, secondo una risposta naturale, il cane inizia a salivare.
-Pavlov associa quindi la somministrazione del cibo con il suono di un campanello: ogni volta che il cane riceve cibo, il campanello viene azionato.
-Da quel momento e per un certo periodo di tempo il cane saliva al suono del campanello, pur non ricevendo il cibo.
Il cane è stato così condizionato a rispondere a uno stimolo. Questo tipo di risposta è un riflesso condizionato. Il termine condizionato segnala un'associazione nuova, che è stata appresa, tra stimolo e risposta.
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